martedì 30 agosto 2016

L'amore ai tempi del colesterolo.

Come avevo detto qui e qui, oggi voglio scrivere un post sulla ghiottosità cibaria di cui ho fatto il pieno in Valgrisanche nel week end di Ferragosto.

La cucina valdostana è una delle mie preferite perché è estremamente particolare. Non è stata quasi per nulla contaminata dal contatto con le altre regioni d'Italia e per questo la trovo unica nel suo genere, così gustosa che perfino i palati più coriacei potrebbero apprezzarla. Ciò che di sicuro manca in questa cucina tradizionale è la dieta vegana o senza glutine e latticini (non linciatemi: ho detto cucina tradizionale, non ho detto che in Valle d'Aosta si mangia male/bene/sano/malsano).

A Cheflieu, proprio dietro il forte in cui abbiamo dormito, c'è un fontinificio che produce uno dei formaggi più buoni che io abbia mai assaggiato: la fontina, i cui usi sono praticamente illimitati. E questo mi porta al primo dei piatti che abbiamo mangiato: deliziosi gnocchi alla bava ricoperti di fontina filante, morbida e cremosa. Una poesia per gli occhi e per il palato. Sono molto facili da preparare, è sufficiente sostituire il formaggio usato normalmente per condirli con una colata di fontina fumante, saporita e rovente.
E a proposito: in casa mia si è sempre detto "i gnocchi", non "gli gnocchi", e ancora oggi non so cosa sia corretto. Voi avete una risposta? :)


Un'altra cosa che adoro della cucina di questa regione ed è sempre legata al formaggio: le crespelle. Per quanto io ne abbia mangiate anche altrove, come le fanno i valdostani non ce la fa nessuno. Vengono servite in una terrina di terracotta (attenzione a non strinarsi le dita) e la commistione di formaggio, pasta sottile e prosciutto è davvero deliziosa. Mia nonna direbbe "un sapore da riempirti il cervello di poesia". Non ho mai provato a cucinarle in prima persona, sospetto verrebbe una bestemmia gastronomica, ma se voleste fare un tentativo suggerisco questa ricetta che trovate sul sito della Barilla, anche se consiglio di escludere il parmigiano che non è per niente attinente.


Ultimo ma non ultimo, uno dei miei piatti preferiti: il cordon bleu, ossia fettine di carne di vitello con prosciutto e formaggio. Con il calore della cottura il formaggio si scioglie e il grasso del prosciutto si scalda, creando un connubio davvero buonissimo. La prima volta che mangiai questo piatto fu al liceo: a pranzo, tornata da scuola, ero tutta infreddolita e inzaccherata dalla neve e mio padre mi scaldò con questa ricetta. Decisamente semplice, eppure una delle mie preferite in assoluto!


Confesso di essere rimasta un po' delusa dall'ultimo pasto: mi aspettavo un mega piattone di polenta e invece il menù del forte comprendeva penne al pesto genovese(?), salsiccia al sugo e spinaci. Tutto buono, gli spinaci erano deliziosi, serviti con un gratin di parmigiano e pan grattato, ma decisamente poco regionale!

Se doveste capitare in Valle d'Aosta, consiglio anche di provare il lardo di Arnad (di cui io sono poco ghiotta, il lardo non mi piace, ma che è decisamente tipico) e di bersi un bicchierino di Genepì.

E voi? Avete qualche preferenza? Qualche regione il cui cibo vi fa andare in brodo di giuggiole (letteralmente!)?

2 commenti:

  1. Lucri, ho appena finito di mangiare e mi hai fatto ritornare la fame! *w*
    Amo tutto cioè che è pieno di carboidrati e formaggio! La mia cucina regionale preferita è quella della mia regione d'origine: seppellitemi nel ragù, avvolgetemi nel ragù, riempitemi di ragù. <3
    P.S.: la grammatica italiana prescrive che davanti /gn/ ci vada lo > gli, ma alla fine le variazioni regionali incasinano tutto l'italiano, quindi tanto vale :')
    ( grazie esami di linguistica .-.)

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    Risposte
    1. Per questo ti adoro, mia studentessa di lettere ❤️
      Concordo sul ragù, non parlarmene che ho appena finito di mangiare e finisce che mi sbavo addosso!!

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