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mercoledì 9 settembre 2015

I misteri di Torino

Torino: città di arte e cultura, città reale e capitale. Ma soprattutto città del mistero.

Bisogna prima di tutto sapere che Torino è un angolo di due triangoli: il primo è il triangolo della magia bianca, formato da Torino, appunto, Praga e Lione. Il secondo è il triangolo della magia oscura, i cui altri angoli sono Londra e San Francisco. Fidanzato ed io abbiamo fatto qualche percorso in entrambe le direzioni!

Partiamo dalla magia bianca. Il fulcro, il punto più carico di energia positiva pare essere, secondo la leggenda, in Piazza Castello, davanti all'entrata del palazzo reale, esattamente a metà tra le due statue di Castore e Polluce. Pare che passarvi sopra vi renderà partecipi di una grande potenza spirituale: volete provare?
Nella foto che segue le statue non si vedono, ma Fidanzato ha pensato di schiaffarci la fetta sopra a scanso equivoci.

Un altro elemento misterioso, legato al triangolo bianco, è la Gran Madre, una chiesa cattolica tutta particolare visto che ricorda un pantheon pagano. Ma non è per questo che ci interessa: la cosa davvero intrigante sono le due statue ai lati dell'edificio.
La statua alla destra del portale rispetto all'osservatore è la Religione: regge una croce e ai suoi piedi giace la tiara papale. Secondo una profezia del mio amicone Nostradamus, il potere temporale del Papa è destinato a venire abbattuto da una città che sorge su due fiumi, e indovinate un po'? Torino sorge su due fiumi, la Dora e il Po. Coincidenze?? In poche parole, grazie a Torino la Religione schiaccerà la Chiesa.
La statua a sinistra, che secondo me è la più bella, è quella della Fede: regge un libro ed un boccale. Secondo alcune teorie esoteriche, questa statua nasconde il segreto per trovare il Sacro Graal. Ci sono tre ipotesi a riguardo: 1) il Graal sarebbe nascosto all'interno del calice di pietra della suatua; 2) il Graal è interrato in mezzo alle due statue; 3) per trovare il Graal occorre seguire lo sguardo di Fede. Quest'ultima è la mia preferita, perché c'è una cosa semplicissima che impedisce di verificarla: Fede non ha le pupille, quindi dove accidenti guarda? Consiglio un intervento di Robert Langdon.

Una puntatina al Duomo era d'obbligo: la cattedrale di Torino ospita la Sindone, al momento non esposta al pubblico. Da buona miscredente quale sono ne ho apprezzato il valore storico: di certo quello che fu avvolto lì dentro non fu Gesù, visto che il lenzuolo risale al XIII secolo circa, ma è interessante notare come la vittima avvolta in quel sudario abbia patito qualcosa di simile alla passione di Cristo. E poi è un mistero anche questo: cos'è Dio?

Dopo un pasto ristoratore siamo passati alla parte tenebrosa di Torino, cominciando da qualcosa con un nome senza equivoci: il Portone del Diavolo. Il palazzo che protegge, fatto erigere nel 1673, è da sempre associato all'esoterismo per un paio di storie spiacevoli.
La prima riguarda il portoone stesso: pare che all'inizio non ci fosse alcun portone, ma una notte un giovane apprendista stregone sfidò il demone sbagliato. La mattina dopo i torinesi si svegliarono per trovare uno splendido portone intagliato, opera di grande pregio, ma pare che il demone lo abbia posto lì come tremenda prigione del povero apprendista, intrappolato all'interno del legno per tutta l'eternità.
Un'altra storia, forse un po' più attendibile, risale al 1790, quando il palazzo era di proprietà di Marianna Carolina di Savoia. In occasione del carnevale fu preparata una festa con musici e danzatori; a fare da sfondo un agghiacciante quadro, raffigurante un gruppo di ballerine preda di una danza infernale, gli abiti dati alle fiamme. Beh, caso vuole che una ballerina abbia tirato le cuoia: la giovane Emma Cochet si accasciò a terra pugnalata a morte e poco dopo un lampo, un rombo di tuono e una folata di vento che spense le candele. Colpevole e arma scomparvero, ma poco dopo si vide il fantasma di Emma passeggiare per le sale.
Terza e ultima storia: durante la dominazione francese, nel 1917, il maggiore Melchiorre Du Perril entrò nel palazzo per consegnare chiedere una scorta ai superiori, dal momento che stava per mettersi in viaggio con documenti top secret. La carrozza attese, il postiglione impaziente, ma del maggiore nessuna traccia: scomparso nel nulla. Una ventina d'anni dopo, durante alcuni lavori di manutenzione, venne rinvenuto il cadavere di un uomo alto e robusto, sepolto in piedi nell'intercapedine tra due muri, il cranio spaccato.
Ciò che è certo è che il portone è di grande valore, unico al mondo, ed il battente rappresenta un volto diabolico, pronto a dare il benvenuto ai nuovi arrivati.


Proseguendo passo passo,la meta successiva è stata Piazza Statuto. Si tratta di una specie di "piazza doppia": circondata da portici, ci sono due piazzali separati, uno piuttosto grande e uno che sembra più un giardino. Partiamo dal primo.
Il monumento ai caduti del Frejus potrebbe essere semplicemente quello che è: un angelo, in cima a un cumulo di massi montani, osserva magnanimo le anime che hanno perduto la vita creando il traforo nel monte. Ma è davvero così? Alcuni ritengono che tale angelo sia in realtà nientemeno che Lucifero in persona: non a caso ha i palmi delle mani rivolti verso il basso, come l'iconografia vorrebbe, e i corpi che si vedono salire verso di lui sono le anime dei dannati, da lui respinte per repulsione. Senza voler gioire delle disgrazie altrui, ecco un piccolo aneddoto: si dice che chi cerca coincidenze finisca per trovarne. Febbraio 1983: il comune oganizza un carnevale a tema, un carnevale diabolico. Il giorno dopo, 13 febbraio, nel cinema Statuto si proietta un film chiamato "La Capra", ricorrente simbolo del maligno, ma si consuma un incendio devastante. Muoiono soffocate 64 persone: 31 donne, 31 uomini, 1 bambino, 1 bambina. Nei tarocchi il 64 è la carta del Diavolo, 13 quella della Morte. Coincidenze?
Torniamo al giardinetto, dove ci sono non uno ma due elementi che ci interessano. Il primo, quello che più salta all'occhio, è l'obelisco. Simbolo egiziano, misterico e massonico. Da lì passa il 45 parallelo. Già l'obelisco è di per sé una presenza importante, parlando di magia nera, ma indovinate un po'? Il secondo elemento è un tombino che, secondo le credenze, non porta alle fogne: è la porta dell'Inferno. Qualcuno ha visto Necropolis? Allora sapete che cosa vi aspetta, se scendete là sotto.


E infine, ma non meno interessante, c'è un numero civico. Si tratta del numero 23 di via Gioberti, dove si incontra un singolare e piuttosto strambo esemplare del quadrato magico, il quadrato del Sator (che abbiamo scoperto trovarsi anche a Issogne, nel castello, ma non lo sapevamo e non l'abbiamo notato!). Dunque, il quadrato del Sator è una griglia di 5x5 caselle, contenenti parole palindrome, ossia leggibili in tutte le direzioni. Nello specifico caso del Sator di Torino, vi segnalo la seguente pagina del sito Due Passi nel Mistero: Fidanzato ed io abbiamo studiato il loro articolo passo dopo passo nell'osservare questa strana testimonianza, vi consiglio una lettura perché è piuttosto interessante! Ed eccovi il triplice Sator:


Bene, con questo si conclude la nostra gita a Torino, alla scoperta dei suoi misteri. Ma non sono certo finiti qui e, vista la nostra mania del momento per l'esoterismo, probabilmente ci torneremo per esplorare altro - sapevate del reticolo di gallerie sotterranee che esaudiscono i desideri?
A presto, amici <3
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