Sabato sera è stato faticoso. Meraviglioso e faticoso al tempo stesso. Lo è stato sotto molti punti di vista e prima di scrivere questo post ho dovuto riordinare un po' i miei pensieri, già incasinati come quelli di tutti. Ma voglio cominciare in modo ordinato, quindi ecco come è cominciata.
Un paio di settimane fa Fidanzato mi accolse tra le sue braccia con un regalo di compleanno anticipato di circa un mese: due biglietti per una serata a teatro, solo lui ed io, a vedere I promessi Sposi - Opera Moderna, di Pippo Flora e Michele Guardì, un musical presentato per la prima volta nel 2010 con interpreti alcuni degli artisti che personalmente apprezzo di più: Giò di Tonno - che è proprio figo, diciamolo - Vittorio Matteucci, Graziano Galatone e Christian Gravina, insieme ad altri grandi cantanti.
Dovete sapere che i musical sono una mia grande passione: in particolare i musical teatrali, quelli pieni di balli corali, di luci e macchine per il fumo dove non c'è una sola parola in prosa che sia una sono i miei preferiti. Avevo già visto I Promessi Sposi quelle tre o quattrocento volte in DVD, ma il teatro ha una magia tutta sua, qualcosa di diverso da tutto il resto. Ti senti parte della scena molto più che al cinema, sei lì sul palco con loro e i personaggi lo sanno, lo sanno che stanno recitando per te, che tu saresti pronto a prendere parte all'azione se fosse necessario. Sembrano prendere vita, balzare fuori dal libretto nella carne degli attori che li interpretano. Io non piango spesso, ma quando Fidanzato mi ha detto del regalo sono scoppiata in lacrime sul posto - eravamo in macchina, nessuno mi ha vista quindi shhhh.
Ciò che io non sapevo è che lo spettacolo era al Teatro degli Arcimboldi di Milano. Ciò che Fidanzato invece non sapeva è che proprio in zona abita una persona che, per quanto vorrei negarlo, è stata parte della mia vita per un bel po' di tempo: il mio storico ex fidanzato.
E vi dirò, passare per quelle strade non è stato facile. Il nostro non è mai stato un rapporto buono, di quelli destinati a durare per sempre, nonostante tutte le bugie che dicevamo a noi stessi. Era una discussione continua e sì, ho visto il punto esatto in cui per la prima volta gli tirai un ceffone. Ho visto passare l'autobus che ci portava al cinema. Ho visto perfino casa sua e ho inidividuato la finestra della sua stanza: la luce era accesa. E' stato come riaprire una porta da tempo sprangata, non con rimpianto o con nostalgia, ma con odio. Con rabbia. Io non ce l'avevo con lui quando ci lasciammo, capitò perché io non lo sopportavo più e lo evitavo costantemente, quindi in un certo senso anche se fu lui a dire basta fui comunque io a decretare la fine. E non ce l'ho avuta con lui per molto, molto tempo. Ma passando davanti alla sua casa, sabato sera, mi ha travolta un'ondata di disprezzo per lui, per la sua famiglia, per tutto ciò che ha rappresentato. Ma so una cosa: il disprezzo, anche se non l'ho ammesso, era per me stessa. Per come mi faceva diventare, impotente, debole, fragile, bisognosa. Per come cambiava il mio modo di pensare, di parlare. E perché, a distanza di anni, non sono comunque riuscita ad incolparlo di niente: perché lui era fondamentalmente buono, era solo la nostra unione ad essere un tragico errore.
E sono stata contenta di essere lì con Fidanzato: non con una persona qualsiasi, ma con qualcuno che ha saputo stare in silenzio quando ha capito che qualcosa non andava, con qualcuno che ha saputo non chiedermi nulla e che, lo so, sarà lì quando avrò bisogno di parlarne. E non è perché Fidanzato ed Ex sono diversi tra loro: è proprio il modo in cui io sono diversa. Ora sono me stessa, lo sono tutto il giorno tutti i giorni, dico quello che penso e faccio quello che mi fa riuscendo però a calcolare un secondo individuo nelle mie scelte: siamo come il coccodrillo ed il piviere, in simbiosi serena pur mantenendo le nostre peculiarità. Mentre con Ex io mi trasformavo, diventando qualcuno che non mi piaceva. Penso di non averlo ancora superato, ci vorrà del tempo. Ho scelto una citazione sull'amicizia perché Fidanzato è stato e sarà sempre un amico, oltre che un compagno di vita, e per me questo ha del magico.
Ma è stato anche faticoso in modo piacevole. Ero tesa, quasi nervosa prima di entrare, al punto che con un paio di tacchi 12 non avevo nemmeno male ai piedi. Ero strizzata in un vestito in cui le tette, non lo nego, mi cascano, ma non mi sono nemmeno presa il disturbo di raddrizzare "l'impalcatura". Ho saltato la cena e, a spettacolo concluso, ho preso la pioggia. Ho stritolato la mano di Fidanzato nella mia quando il sipario ha iniziato a salire, mentre la musica iniziava a pompare e le luci ad abbassarsi. Ho riso insieme alla sconosciuta accanto a me, una ragazza della mia età, quando Renzo e Lucia si sono scambiati promesse svenevoli e mi veniva da piangere quando Vittorio Matteucci ha invocato la morte per l'Innominato. Ma tutto questo non è niente in confronto al gran finale, quando tutti loro hanno fatto un passo avanzi: allora le luci sul palco si sono abbassate, smettendo di farli sembrare fantasmi, e sono rimasta colpita e spaventata da come sembrassero veri, reali, vicini a noi. E per mezzo secondo mi sono ritrovata in uno dei miei libri preferiti: un unico, magico momento che non saprei spiegare. E quando la tensione mi ha abbandonata ho chiuso gli occhi e ho dormito.
Sabato sera è stato faticoso. Ma è stato anche uno dei momenti più belli e intensi della mia vita.
Ah, senza dimenticare una cosa fondamentale: Giò di Tonno si sarà anche inquartato, ma aveva una tale aria da pirata che perfino Fidanzato ci ha fatto un pensierino sopra.
Incredibile come i posti possano raccogliere così tanti ricordi che solo passarci accanto fa male al cuore! Certo, ci vorrà tempo per elaborare completamente la tua ultima storia, ma sono contenta che tu abbia trovato Fidanzato. :)
RispondiEliminaAnche io adoro in modo viscerale i musical e il teatro e, come ti ho detto, terrò conto di questo spettacolo!
Ci devi troppo andare, è davvero una cosa che ti fa scoppiare il cuore! :D
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