Una cosa che ancora non ho raccontato è il piacevole intermezzo on the road che abbiamo deciso di inserire nel corso della vacanza in Repubblica Ceca. Quindi abbiamo preso un treno - e in effetti questo post avrebbe dovuto chiamarsi "on the rails" ma ok - e siamo scappati fuori Praga, a Kutná Hora, a solo un'ora di treno dalla capitale.
Una cosa carina è stato il treno. Sia all'andata che al ritorno abbiamo preso un catorcio vecchissimo, con gli scompartimenti e i sedili senza braccioli, proprio il classico trenino tipo Hogwarts Express, dove l'aria condizionata era un'utopia e la velocità massima era qualcosa come 50 chilometri orari. Se fossi stata pendolare l'avrei detestato, ma come turista l'ho trovato molto pittoresco.
Siamo approdati in una stazioncina con solo due binari, uno per ciascuna direzione, più un binario fasullo dedicato ad un trasporto interno; ci sono due stazioni a Kutná Hora: quella principale, l'unica in funzione, e la piccola stazione di Kutná Hora město, al centro della cittadina. Da qui parte ogni tanto - davvero: ogni tanto - un vagone giallo che fa la spola con la stazione principale, approdando in quel binario fasullo. So che sembra uno stereotipo, ma faceva molto vecchia Europa.
Kutná Hora ha davvero "rischiato" di essere la capitale del paese: chissà, magari oggi studieremmo la Repubblica Ceca in modo diverso. Questo perché fino al XVI secolo la città era il principale centro di estrazione e lavorazione dell'argento, diventando perciò la seconda città più importante del regno di Boemia dopo Praga. Finito l'argento, finita la pacchia e così Kutná Hora è rimasta piccola e caratteristica.
Il Monastero di Sedlec si trova vicinissimo alla stazione, a 1.5 chilometri dal centro, ed è un complesso che include la chiesa di Nostra Signora di Sedlec e l'Ossario omonimo.
L'Ossario di Sedlec vi è senza dubbio familiare se avete letto il romanzo L'angelo delle ossa di John Connolly. Si tratta di una cappella sotterranea contenente circa 40.000 scheletri completi, disposti a creare le decorazioni alle pareti e ai soffitti. Si tratta di morti accumulatisi nei secoli, la maggior parte dei quali causata dalla peste nera prima e dalle guerre hussite poi. Nel '700 vennero iniziati i lavori di decorazione del luogo: il pezzo principale della macabra collezione è il lampadario, che da solo contiene almeno una volta tutte le ossa del corpo umano, comprese le minuscole ossa delle mani - Fidanzato, da bravo infermiere, ci ha passato un'ora intera a contarle tutte.
La chiesa di Nostra Signora di Sedlec fa parte del sopracitato monastero cistercense. Io l'ho trovata sensazionale: pur essendo gotica, è più luminosa delle normali chiese gotiche ma allo stesso tempo non è "troppo piena di roba" come quelle barocche. Immensa, di ampio respiro, non fa sentire al visitatore quella sensazione di oppressione, di "Dio sta sopra tutto e tutti", ti fa quasi sentire parte integrante delle mura chiare. Silenziosa, elevata, come se volesse irradiare luce tutto intorno.
Kutná Hora ha davvero "rischiato" di essere la capitale del paese: chissà, magari oggi studieremmo la Repubblica Ceca in modo diverso. Questo perché fino al XVI secolo la città era il principale centro di estrazione e lavorazione dell'argento, diventando perciò la seconda città più importante del regno di Boemia dopo Praga. Finito l'argento, finita la pacchia e così Kutná Hora è rimasta piccola e caratteristica.
Il Monastero di Sedlec si trova vicinissimo alla stazione, a 1.5 chilometri dal centro, ed è un complesso che include la chiesa di Nostra Signora di Sedlec e l'Ossario omonimo.
L'Ossario di Sedlec vi è senza dubbio familiare se avete letto il romanzo L'angelo delle ossa di John Connolly. Si tratta di una cappella sotterranea contenente circa 40.000 scheletri completi, disposti a creare le decorazioni alle pareti e ai soffitti. Si tratta di morti accumulatisi nei secoli, la maggior parte dei quali causata dalla peste nera prima e dalle guerre hussite poi. Nel '700 vennero iniziati i lavori di decorazione del luogo: il pezzo principale della macabra collezione è il lampadario, che da solo contiene almeno una volta tutte le ossa del corpo umano, comprese le minuscole ossa delle mani - Fidanzato, da bravo infermiere, ci ha passato un'ora intera a contarle tutte.
Ed è a questo punto che, per un momento, ho maledetto l'idea della gita: per spostarci da Sedlec al centro di Kutná Hora abbiamo camminato per circa un'ora sotto il sole cocente di mezzogiorno, in salita, con 30 gradi e senza uno straccio di albero o nuvola a rinfrescare. Il motivo è questo: avendo visitato Sedlec per prima cosa, l'unico momento per noi comodo per sfruttare le navette per turisti è stato durante la pausa pranzo dell'autista, ergo niente navetta. Non c'era nemmeno quel famoso trenino di cui vi parlavo, a quell'ora, e aspettare gli autobus urbani equivaleva a perdere tutto il giorno. Quindi cambe in spalla: hora in ceco vuol dire collina, quindi immaginate da soli in che condizioni eravamo all'arrivo.
Comunque abbiamo mangiato moltissimo e a prezzi stracciati in un ristorante tipico boemo, molto caratteristico sia come ambientazione che come piatti. Lì, nel piccolo giardino imbroso e ventilato, abbiamo dimenticato il caldo della camminata tracannando birra e mangiando carne. Piccolo inciso: non mi piace mai fare i conti ad alta voce, ma devo proprio dirvelo: due litri di birra, un litro d'acqua, pane, due enormi piatti di carne, dolce e caffè: 25 euro in totale. Sono rimasta davvero piacevolmente colpita.
Dopo pranzo abbiamo ripreso il giro, passando per il quartiere più antico di Kutná Hora: la Corte Italiana, così chiamata perché richiama architettonicamente l'aspetto delle corti rinascimentali della nostra penisola e perché, nel XV secolo, qui c'era la sede della zecca reale gestita da italiani.
Proseguendo nelle bellissime viuzze del centro storico, che ricordano in una versione più piccola quelle di Staré Město a Praga, si raggiunge la strada più bella di tutte: la Barborská, una larga via terrazzata che da un lato costeggia il collegio dei gesuiti e dall'altro si affaccia su una splendida vista della città, con un parapetto decorato da tredici statue di santi - un po' come il Ponte Carlo a Praga.
E infine la Barborská ci porta all'imponente cattedrale di Kutná Hora: la Chiesa di Santa Barbara, che pare sia stata progettata anche da Peter Parler, architetto che progettò San Vito a Praga. La chiesa è imponente, elevatissima, fa quasi paura guardarne il soffitto interno, ma è anche brillante, luminosa: sembra uscita da un giallo medievale alla Umberto Eco, con i suoi doccioni, le sue vetrate, lo splendore delle decorazioni. Avrebbe dovuto essere di dimensioni doppie rispetto ad oggi, superando ampiamente San Vito, ma la sua costruzione dipese dalla fortuna delle miniere locali e, esaurito l'argento, esaurì anche l'interesse per Kutná Hora. Ma anche così Santa Barbara risulta essere una delle chiese più belle che io abbia mai visto.
...per un pelo non ci siamo incrociate!!! Io ero a Kutnà Hora il 14 agosto ^-^
RispondiEliminaSono contenta che tu sia passata dal mio blog e ti sia unita ai miei lettori fissi...ricambio stravolentieri :)
Davvero? Cavolo, a saperlo hahaha
EliminaTi ringrazio molto, gentilissima <3