mercoledì 23 novembre 2016

Quei professori che proprio no.

Buongiorno, amici lettori e followers. Al di là del fatto che ultimamente pubblico spesso e volentieri di mercoledì e non so come mai, oggi voglio parlare con voi di un argomento che mi sta molto, molto a cuore.

I PROFESSORI UNIVERSITARI.
(musica ansiosa in sottofondo)

Si tratta come tutti sappiamo di una magica casta alla quale è difficilissimo accedere, con cui è spesso difficile comunicare e dalla quale ci aspettiamo troppo (ma tutto è relativo). Trigger warning: questo post è ad alto contenuto di informazioni personali, quindi se di me e della mia vita non vi frega (e vi capirei, davvero!) potete chiudere qui e fermare la lettura.

Prima di addentrarci nel discorso, voglio fare una premessa: ho conosciuto insegnanti meravigliosi durante i miei anni di studio, uomini e donne con tanto da dare, con deisderio di ricevere e con tanta voglia di lavorare gomito a gomito con noi studenti. Sono bestie rare, ma ci sono.

Tuttavia.
Tuttavia nei mesi più recenti ho conosciuto una vera testa di merda, passatemi il francesismo, un uomo la cui grettezza e incapacità di relazionarsi con chiunque non porti il suo stesso cognome lo ha reso famoso in facoltà. Immensamente colto, ma immensamente inadatto all'insegnamento. Capiamoci, insegnare non è per tutti. Io non potrei mai fare l'insegnante, finirei per diventare troppo amica dei miei studenti e non mi farei valere. Non piace a nessuno, ma non gli importa. Non fa appassionare alla sua materia, ma non gli interessa.
 
Proprio per questo bisognerebbe accettare i propri limiti: non sono capace di fare questo lavoro, posso impararlo? : allora bene, bravo, tanto di cappello perché hai scelto di farti il mazzo e cambiare qualcosa di te per raggiungere i tuoi sogni. Non è da tutti, chapeau. No: allora non mettere in croce gli studenti, che sono esseri umani come te e tua mamma.

La cosa peggiore, però, è che critica gli altri insegnanti davanti a noi. Cosa pensi di fare, amico? Quella dei tuoi colleghi è una lotta continua per farsi rispettare, non pensi che potresti anche solo vagamente minare la loro autorità? Se non lo sai tu, che è una gara dura...
Ah, e come dimenticare la ciliegina sulla torta. Ha zero considerazione delle nostre capacità. Che posso dire? Grazie per la fiducia. Ma dopotutto le persone così, purtroppo, esistono. E ci tocca pure tenercele, ingoiare il rispo e continuare ad avere fede in noi stessi e nelle nostre capacità, anche se a volte un bel "vaffanculo" ben piazzato tenta sempre di uscirci dalle labbra.

Mi scuso per questo piccolo sfogo, ma se non ne parlo qui, dove dovrei farlo?

E voi? Ci sono persone (non solo insegnanti, in generale) che vi fanno pentire amaramente di avere ancora fiducia nell'umanità? Sfogatevi qui sotto, fa sempre bene!

8 commenti:

  1. Nella mia esperienza di alunna ho conosciuto diverse tipologie di professori e indovina? I migliori erano sempre supplenti o insegnanti non miei D:
    Purtroppo bisogna accettarli, non si può fare altrimenti, ma capisco che a volte possa essere difficile, soprattutto quando non vengono riconosciute le capacità o gli sforzi altrui.
    Ancora la mia vita da studentessa universitaria non è iniziata, ma sono pronta a tutto e sia ringraziato il Signore per quei professori bravi e appassionati al proprio lavoro, che creano un legame con gli studenti e non pensano solo a loro stessi e alla loro bravura!

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    1. Ciao Silvia! Che bello risentirti!
      Sì, come hai detto tu bisogna farseli andare bene, c'è ben poco che si possa fare a parte stringere i denti e aspettare che il corso finisca xD

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  2. Secondo me è una sindrome che afflige una buona percentuale di professori universitari. Io la chiamo "la sindrome del padre eterno" perchè gli basta essere dall'altra parte della cattedra per sentirsi onnipotenti e a contatto con esseri inferiori con cui tenere le distanze.
    Sono talmente pieni di sè da non avere spazio per nient'altro, nemmeno un briciolo di buon senso per saper organizzare e gestire le lezoni, così va a finire che le loro ore sono dei convegni autocelebrativi, lo studente non recepisce niente della materia e all'esame, ovviamente, niente di quello che si è studiato in autonomia andrà bene, così questo alimenterà la convinzione del professore di essere immancabilmente superiore e la farsa non avrà mai fine.
    Un unica parola: DISAGIO.

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    1. Ciao cara! Wow, ho appena dato uno sguardo al tuo blog e mi sono subito iscritta, sono molto colpita :D Bellissimo!
      Sì, è proprio come hai detto! "Sindrome del padre eterno" è il termine giusto per definire la loro personalità. Più che disagio, disagissimo.

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    2. Grazie mille, che carina! Sei molto gentile! ^_^

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    3. Figurati! In realtà mi sono anche accorta di aver letto qualche tuo post in passato, ma senza sapere che fossi tu! xD

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  3. Ti capisco, io ho una professoressa di arte contemporanea che si incazza (fammi passare il termine) con chi non apprezza questa arte, però è la prima a criticare noi studenti di design grafico. Ci considera delle capre,ma in base a quali criteri onestamente non lo so, anche perché insegna la sua materia al mio corso da qualche mese. -_-

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    1. O.O non ho parole... Posso solo dire che ti sono vicina LOL

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