Pivo in ceco vuol dire birra. E ne abbiamo bevuta veramente moltissima, a Praga, almeno un bloccale da mezzo litro a pasto. Non che volessimo la cirrosi, però era la birra migliore che abbia mai provato. A basso costo, in grandi quantità, è una delle attrattive che senza dubbio rendono la Repubblica Ceca un luogo da visitare.
Naturalmente non è l'unica e vi dirò perché.
Praga è qualcosa di magico. Ha qualcosa di magico: non lo si può descrivere, lo senti camminando sui ciottoli irregolari di Staré Město, la Città Vecchia, mentre passeggi tra i vicoli tortuosi e infiniti, labirintici, senza sapere da dove sei partito e senza sapere dove arriverai. Magari sul Ponte Carlo, magari nella Piazza della Città Vecchia in tempo per veder battere l'ora dall'orologio astronomico, la cui leggenda è ricordata ancora oggi e di cui magari vi parlerò, e per una visita alla Chiesa di Santa Maria di Týn.
Perché Praga è anche perdersi e girare senza meta: noi lo abbiamo fatto, per sentirci parte di quella cacofonia di suoni e colori composta da turisti, sì, ma anche da artisti, artigiani, gioiellieri, tra botteghe, negozietti, pacchiane edicole per visitatori e birrifici artigianali. E la musica, soprattutto quella: jazz, dixieland, reggae. Ovunque, ad ogni angolo, artisti si esibiscono e rendono le piazze un tripudio di suoni diversi.
L'arte è l'anima di Praga e lo si scopre non solo nelle statue di David Černý, controverse, irriverenti, sparse in tutta la città pronte a balzare all'occhio. L'arte praghese è l'esplosione di art nouveau che domina Nové Město, la Città Nuova. Piazza San Venceslao, enorme, lunghissima, disseminata di negozi, caffè e larghe vie, gallerie d'alta moda e di quell'aria tipicamente europea che ci invidiano negli States.
Sull'imperiosa via národní třída sono il Teatro Nazionale, Národní Divadlo, simbolo del rinascimento culturale ceco, la Kavárna Slavia, caffé che sembra uscito da un dipinto di Mucha, luogo di incontro di artisti, e il Palazzo Viola con la sua facciata tipicamente art nouveau. In queste vie Praga diventa una galleria d'arte a cielo aperto, aperta al pubblico giorno dopo giorno per offrire il meglio di sé. E anche se non si trova nella Città Nuova, la Casa Civica è una vera e propria esplosione di questo stile liberty, lo si percepisce in ogni stanza: nel ristorante, nel caffé, perfino nell'ascensore e nel negozio di souvenir. Sembra di venire catapultati in un romanzo di Agatha Christie.
Praga, però, è anche un balzo nella storia e la comunità ebraica di Praga ha fatto in modo che nessuno se lo dimenticasse. Il cimitero ebraico, il più suggestivo ed evocativo che abbia mai visitato - e chi mi conosce sa che ne ho visti parecchi - è un costante memento della quantità di individui che hanno popolato il quartiere ebraico nel corso dei secoli. Per non parlare del monumento alle vittime della shoah, ossia l'interno della Sinagoga Pinkas, le cui pareti sono letteralmente ricoperte dei nomi dei caduti. E ancora la Sinagoga Klausen, ora adibita a museo così come la Sinagoga spagnola e la Sinagoga Maisel. Uno dopo l'altro, gli edifici del quartiere ebraico raccontano la storia travagliata degli ebrei di Boemia e Moravia, ormai più che decimati rispetto al nucleo originario, e il percorso si conclude con la splendida Sinagoga Vecchio-Nuova, il monumento più antico del ghetto di Praga, dove non è stato difficile incontrare non solo turisti, ma anche pellegrini direttamente da Gerusalemme. In questa sinagoga pare riposino i resti del Golem, creato e poi distrutto dal rabbino Löw, sepolto nel cimitero.
Ma Praga non è solo questo: è cibo, architettura, religione, congiure, è parchi ombrosi e passeggiate sul lungofiume, è aria magica e luogo eclettico per il piacere di tutti.
Perciò vi rimando ad un secondo appuntamento, molto presto, per scoprire insieme altri segreti di questa splendida città!
Naturalmente non è l'unica e vi dirò perché.
Praga è qualcosa di magico. Ha qualcosa di magico: non lo si può descrivere, lo senti camminando sui ciottoli irregolari di Staré Město, la Città Vecchia, mentre passeggi tra i vicoli tortuosi e infiniti, labirintici, senza sapere da dove sei partito e senza sapere dove arriverai. Magari sul Ponte Carlo, magari nella Piazza della Città Vecchia in tempo per veder battere l'ora dall'orologio astronomico, la cui leggenda è ricordata ancora oggi e di cui magari vi parlerò, e per una visita alla Chiesa di Santa Maria di Týn.
Perché Praga è anche perdersi e girare senza meta: noi lo abbiamo fatto, per sentirci parte di quella cacofonia di suoni e colori composta da turisti, sì, ma anche da artisti, artigiani, gioiellieri, tra botteghe, negozietti, pacchiane edicole per visitatori e birrifici artigianali. E la musica, soprattutto quella: jazz, dixieland, reggae. Ovunque, ad ogni angolo, artisti si esibiscono e rendono le piazze un tripudio di suoni diversi.
L'arte è l'anima di Praga e lo si scopre non solo nelle statue di David Černý, controverse, irriverenti, sparse in tutta la città pronte a balzare all'occhio. L'arte praghese è l'esplosione di art nouveau che domina Nové Město, la Città Nuova. Piazza San Venceslao, enorme, lunghissima, disseminata di negozi, caffè e larghe vie, gallerie d'alta moda e di quell'aria tipicamente europea che ci invidiano negli States.
Sull'imperiosa via národní třída sono il Teatro Nazionale, Národní Divadlo, simbolo del rinascimento culturale ceco, la Kavárna Slavia, caffé che sembra uscito da un dipinto di Mucha, luogo di incontro di artisti, e il Palazzo Viola con la sua facciata tipicamente art nouveau. In queste vie Praga diventa una galleria d'arte a cielo aperto, aperta al pubblico giorno dopo giorno per offrire il meglio di sé. E anche se non si trova nella Città Nuova, la Casa Civica è una vera e propria esplosione di questo stile liberty, lo si percepisce in ogni stanza: nel ristorante, nel caffé, perfino nell'ascensore e nel negozio di souvenir. Sembra di venire catapultati in un romanzo di Agatha Christie.
Praga, però, è anche un balzo nella storia e la comunità ebraica di Praga ha fatto in modo che nessuno se lo dimenticasse. Il cimitero ebraico, il più suggestivo ed evocativo che abbia mai visitato - e chi mi conosce sa che ne ho visti parecchi - è un costante memento della quantità di individui che hanno popolato il quartiere ebraico nel corso dei secoli. Per non parlare del monumento alle vittime della shoah, ossia l'interno della Sinagoga Pinkas, le cui pareti sono letteralmente ricoperte dei nomi dei caduti. E ancora la Sinagoga Klausen, ora adibita a museo così come la Sinagoga spagnola e la Sinagoga Maisel. Uno dopo l'altro, gli edifici del quartiere ebraico raccontano la storia travagliata degli ebrei di Boemia e Moravia, ormai più che decimati rispetto al nucleo originario, e il percorso si conclude con la splendida Sinagoga Vecchio-Nuova, il monumento più antico del ghetto di Praga, dove non è stato difficile incontrare non solo turisti, ma anche pellegrini direttamente da Gerusalemme. In questa sinagoga pare riposino i resti del Golem, creato e poi distrutto dal rabbino Löw, sepolto nel cimitero.
Ma Praga non è solo questo: è cibo, architettura, religione, congiure, è parchi ombrosi e passeggiate sul lungofiume, è aria magica e luogo eclettico per il piacere di tutti.
Perciò vi rimando ad un secondo appuntamento, molto presto, per scoprire insieme altri segreti di questa splendida città!
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