lunedì 1 agosto 2016

La fatica del riordino: Marie Kondo, dove sei quando servi?

In questi giorni ho riordinato. Praticamente ho fatto solo questo.

Dovete sapere che Fidanzato ed io stiamo mettendo in ordine la vecchia casa dei suoi nonni per poter andare a vivere insieme non appena sarò laureata. Ormai mi manca un anno ed è ora di cominciare a mettere a posto, ma quando abbiamo cominciato non avevamo idea di quanto lavoro ci sarebbe stato!

Abbiamo trovato di tutto. Vecchie fotografie, alcune nemmeno troppo decrepite ed altre risalenti all'inizio del secolo scorso. Lettere che il nonno e la nonna di Fidanzato si scambiavano quando lui era lontano. Documenti dell'epoca della guerra, di quando il nonno era in Russia. Abiti, scarpe, giochi da tavolo, vecchi servizi di piatti e bicchieri. Cartoline spedite da amici e biglietti di auguri ricevuti. C'erano perfino una torcia da capotreno decisamente antica e monete ormai in disuso.
Per certi versi è stato un incubo. In questi giorni è stato caldo, umido, afoso, e devo ammettere che fare su e giù per le scale spostando scatole e aprendo armadi non è stato easy peasy come mi aspettavo. Abbiamo respirato polvere vecchia di anni e, almeno per quel che riguarda me, non è stato bello subito. Non tutti gli armadi sono porte per Narnia.
Non tutte le case vecchie sono per forza vintage chic, non saltano sempre fuori tesori nascosti, anzi, di sicuro quando il muratore e l'idraulico cominceranno a smontare e a fracassare pareti salteranno fuori altri imprevisti.
Ci sono stati momenti in cui ho pensato "Cavolo, ma chi me lo fa fare? Non potevamo chiamare uno svuota cantine e basta?".
Poi ho pensato qualcos'altro.

In quella casa c'era tutta la vita di qualcuno. C'erano oggetti privi di valore, ma pieni di energia positiva lasciata da chi prima li utilizzava. Aprire le finestre per arieggiare le stanze è stato come restituire qualcosa. Dare il nostro contributo perché la vita in quella casa continui è, in un certo senso, il minimo che possiamo fare. Restaurare, rimodernare un edificio è un modo per dargli una nuova faccia, un nuovo volto, una ragion d'essere. Le cose che cambieremo saranno sempre rispettose di ciò che è stato e nessuno si dimenticherà mai di chi ha camminato in quelle stanze.

Con questo pensiero non posso che trovare energia nuova e, quando la casa sarà finalmente e definitivamente nostra, nostra perché la sentiremo tale, allora saprò che abbiamo fatto la scelta giusta, che abbiamo lavorato bene e che quella casa sarà sempre un posto per amici e famiglia.

Perché le cose ritornano sempre e, se la nostra casa sarà costruita su basi solide, con una storia da raccontare e un'altra da vivere, ciò che tornerà da noi sarà altro amore.

2 commenti:

  1. Che bellezza!! Anche se sarà faticoso e impegnativo, trovo che sia bellissimo far rivivere una casa tanto piena di ricordi, soprattutto per il tuo Fidanzato, che ci avrà passato tanti bei momenti da bambino! Io poi adoro curiosare tra vecchie carte, fotografie e effetti personali, ma poi non vorrei buttare niente! :P

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    1. Infatti!! Anche noi volevamo tenere tutto!! 😅 Alla fine abbiamo optato per radunare ciò che non volevamo tenere in scatoloni che abbiamo portato in soffitta! Ma che fatica! Però sono contenta, finalmente abbiamo iniziato a lavorare sul serio e non più solo progetti su progetti!! Ti inviterò a trovarci appena la casa sarà finita! :D

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